16 luglio 2011

Say when



Corby

è una cosa che mi uccide e mi riduce a lacrimare come una stupida da sola nella mia camera, guardando un punto indefinito del soffitto; è una cosa che è capace di prendere il mio cuore e fargli fare mille capriole di felicità e allo stesso tempo strapparlo a mani nude, senza sforzo quasi; è una cosa che mi lascia senza fiato come un pugno nello stomaco e allo stesso tempo come la più bella delle emozioni. PERCEPISCO qualcosa che non posso ignorare perchè aldilà della mia comprensione o, più probabilmente, perchè è fin troppo familiare. La notte, poco prima di addormentarmi mi chiedo perchè, perchè il destino è così sadico? Perchè a me? Perchè ora? Non poteva succedere anche a me quello che succede a tutti, non potevo vivere anch' io nella completa ignoranza? Vivere serena la mia vita anche se con un vuoto nel cuore? Pernso che sia più facile da colmare alla meno peggio un vuoto al quale non sia possibile dare nome o volto. Ma nel mio caso è molto più di un nome o un volto, è una certezza, una certezza che mi spaventa a morte. Come in "The Call" di Regina Spektor, è qualcosa che è iniziato come un sentimento, che si è trasformato in speranza per poi diventare un pensiero quieto, un pensiero che tuttavia non sono ancora in grado di pronunciare ad alta volce perchè farlo potrebbe portarlo via per sempre da me. Ma allo stesso tempo non poterne parlare con nessuno (Chris esculsa) mi distrugge. Sono troppo chiusa, dice mio papà, dovrei aprirmi con qualcuno, qualcuno della famiglia, perchè "ci sono consigli che non possono darti le amichette". Si, e cosa dovrei dire a questo ipotetico qualcuno? Qualcosa che non riesco a dire neppure a me stessa? Non fraintendete, adoro la mia famiglia, penso che sia una delle migliori famiglie in circolazione e i miei genitori sono fantastici, anche se avessi potuto sceglierli da sola non penso sarei riuscita a scegliere di meglio, perchè si, hanno i loro difetti, ma so che tengono tanto a me e sanno anche dimostrarmelo, sempre, il che non è assolutamente poco. Eppure, ho la sensazione, la convinzione che non riuscirei mai a farmi capire da loro come vorrei. Anzi, la verità è che non sono pronta a fargli vedere il mio progetto, voglio mostrare loro l' opera finita, quando lo sarà. L' unica cosa che voglio è il loro appoggio e la loro fiducia. Ho l' impressione che ancora non si fidino di me, eppure dovrebbero essere consci del fatto che mi hanno dato fondamenta solide, di cemento armato, e dovrebbero capire che ora sono pronta a prendere le mie responsabilità da sola, che sono pronta. Ma sembra così difficile farglielo capire... Sarò davvero pronta ad aprirmi con tutti loro quando avrò raggiunto almeno uno dei miei obbiettivi, ma il punto è: quando succederà? Quando? Devo saperlo, perchè l' attesa mi strazia cuore e anima e ogni giorno mi sembra una vita intera, ogni giorno in più che passo senza "loro"... Perchè deve essere così difficile riaverli indietro, perchè? Io ho bisogno di loro, come dell' aria che respiro. Se ci sei, se mi ascolti, ti prego, TI PREGO, ho imparato la lezione, ok? Ho capito quello che dovevo capire, ora, perfavore, lasciaci tornare da loro... Non ce la faccio più ad aspettare, a vederli vivere la vita lontano da noi, a PERCEPIRLI soffrire lontano da noi, così chiaramente che sembra quasi urlassero nella mia testa, (o è il mio urlo di disperazione a rimbombarmi dentro?). Ho bisogno di loro qui, vicino, così vicino da poterli nuovamente guardare negli occhi. La mia è una preghiera, una preghiera urlata al vento, nella speranza che qualcuno l' ascolti...






P.S.

Sono solo pensieri sconnessi. L' ho scritto così, di getto. Spero che abbia senso, per me lo ha. Ricordate quello che ho scritto in un vechio post sul fatto che a volte mi trovo a parlar da sola, bhè, questa volta invece che parlare l' ho scritto...


P.P.S.

Con l' ultimo post di Chris siamo arrivati a 200 :)


P.P.P.S.

Adoro questa canzone... Non so se l' abbiamo già postata, macomunque la metto/rimetto qui


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