5 agosto 2010

RACCONTO-4° parte

Cap.4

Missione armadio


Venerdì 28 gennaio 2015 - 16.20

Sono al lavoro e mi sto annoiando a morte. Non ho niente da fare così prendo il mio telefonino dalla borsa e chiamo Chris. Suona. Suona ancora. Clik

"Scusa Corby ti richiamo dopo sono nei casini ciao!" Clik. Suona. Suona ancora.

Fantastico... Sapere che avrai sempre le amiche, che saranno disposte a farti compagnia in ogni momento, è davvero bello. Chissà poi perchè tutta questa fretta...Rimetto il cellulare nella mia borsa gigante che sta sotto la scrivania, come sempre. La chiamiamo la borsa cadavere perchè un giorno Sara, una mia amica, mi ha detto "Certo che questa borsa è proprio grande, ci potresti nascondere dentro un cadavere!". Da allora era la borsa cadavere.

Mi appoggio con i gomiti al tavolo e sospiro. Chiudo gli occhi un secondo, solo un secondo, che male può farmi, in fondo questa notte non ho dormito niente. Ho studiato fino alle quattro di mattina e la sveglia è suonata, inesorabile, alle 6.30. Sono sfinita, oggi non è venuto nessuno in negozio, perchè dovrbbe entrare qualcuno proprio adesso.

"Ciao!" perchè il destino ce l' ha con me, ecco perchè! Apro gli occhi e trovo un allegro extra large che mi fissa

"Ciao...- dico alzandomi dalla scrivania- sei venuto per lamentarti del libro?"

"No, per quello verrò sabato..."

"Giusto..." è alto. Davvero alto. Ti mette in soggezzione, mi sento stranamente piccola adesso che sono di fronte a lui, e pensare che non sono così bassa!

"Io... Ero nei paraggi e ho pensato di venirti a salutare..."

"Ah..." Ok, lo ammetto, sono alquanto imbarazzata

"Bhè, dato che ora ti ho salutato...- te ne vai?! No è...- posso sapere almeno come ti chiami?" sono tentata di rispondergli "cazzi miei!" ma il propietario mi ha vietato di essere scortese con i clienti... Forse, e sottolineo forse, un po', solo un po', mi fa piacere che abbia chiesto il mio nome...

"Corby." gli porgo la mano e lui la stringe

"Tom- Finalmente extra large ha un nome -Ho come l' impressione che ci siamo già visti..."

"Ehm... Si, mercoledì scorso... - Ma è scemo o ha la memoria veramente a breve termine?- Sai eri venuto per dei CD, ma noi non li vendiamo così-

"Si, quello me lo ricordo, intendo dire prima, prima di mercoledì..."

"Non mi sembra, no." Sono fiera di me, credo di essere stata proprio convincente...

"Ma si, martedì, al ristorante" e invece no...

"Ah,- fai l' indifferente, fai l' indifferente!- al ristorante..."

"Si, eri con un' altra ragazza e io con mio fratello..."

"Si, è una mia amica..."

"Ah, comunque- gli suona il cellulare e lo prende dai pantaloni extra large, legge il messaggio- ...Ora devo andare... Ci veiamo sabato"

"Di sicuro." Bhè, me la merito una piccola rivincita...

Lui si gira e sorride (che si sia ricordato del suo "di sicuro"?). Esce e io resto a guardare la porta come una rimbambita. Prima di ammetterlo a me stessa ci metto un po', ma devo proprio dire che ha un bel sorriso... Comunque non è vero quello che dice Chris, a me non piaccono gli sbruffoni... E anche se fosse, extra large, Tom, mi sta antipatico. Non è niente di più che uno di quei clienti che ogni tanto ti verrebbe voglia di prendere a sberle, antipatico, antipatico, antipatico! Ok, non è proprio così cattivo, infondo è stato carino a venire a salutare... No, che cosa dico?Certo che è antipatico, uno così non può che esserlo... Non mi interessa se questo discorso non ha senso,la conclusione è più che chiara: extra large, cioè Tom, è antipatico!

Sento una musichetta sparata a tutto volume provenire dalla mia borsa, è il mio telefono, al rumore assordante del quale sono sopravvissuta ancora, giuro che entro oggi abbasserò la suoneria...

"Pronto"

"Ciao Corby, ho poco tempo, cosa volevi dirmi prima?" è Chris!

"Niente di che... Solo che adesso extra large ha un nome..." Sono contenta di poter raccontare a qualcuno quello che è successo così le faccio un riassunto veloce sperando che potremmo parlarne per qualche minuto, invece il suo unico commento è "Ne parliamo a casa, ok? Scusa ma oggi è proprio un casino..." Sento il solito clik della chiamata terminata . Sono di nuovo sola nella biblioteca/libreria... Uffa! Che noia! Cosa posso fare tutta sola soletta?

Nella mia mente si fa prepotentemente spazio un immagine: è un ragazzo alto, con cornrows scuri e vestiti larghi, ok, no! Non me ne starò in un negozio vuoto a fantasticare su un ragazzo, che non conosco per di più! Non è da me...

Passo il resto del pomeriggio a cercare di mandare via quel maledetto volto sorridente dalla mia testa, senza successo...



Sono a casa seduta sul divano, con i capelli raccolti in uno chignon disordinato, con addosso un paio di pantaloni della tuta e una maglietta piuttosto orribile che uso solo in casa. Sto leggendo la mia posta elettronica : il primo messaggio è di mia mamma:

Come va? Noi tutto bene. Quand' è l' esame? Perchè non rispondi mai? Domani ti chiamo.

Ti vogliamo bene Mamma e Diego

Diego è il compagno di mia mamma, vivono in quella che l' anno scorso era anche casa mia, dove comunque conservo la mia camera. I miei si sono separati quando io avevo otto anni, ma ho vissuto molto bene quest' esperianza e poi perchè non avrei dovuto? Mia mamma e mio papà sono diventate due persone più felici, i loro compagni sono fantastici, ho acquisito una sorella più grande e un fratello di poco più piccolo, mio papà ha avuto altre due figlie fantastiche... Cosa posso volere di più di una famiglia felice? Rispondo:

Anche io sto bene anche se sono un po' stressata per l' esame di lunedì. Mary e Anmary

verranno a trovarci martedì, si fermano solo qualche giorno, domani quando ci sentiamo,

ti spiego tutto... Anch' io vi voglio bene. Salutami Diego e anche Giada e Gianluca... Baci

La invio e apro la seconda mail, questa volta di mio zio:

Ciao!!! Tua mamma mi ha detto che tra poco hai il tuo primo esame!! Fammi sapere come va!

Saluti dal tuo zio preferito... Che sarei io...

A questa risponderò lunedì. Sto per leggere la terza mail quando Chris entra dalla porta e sfinita si abbandona di fianco a me sul divano. Ha i capelli un po' spettinati e un' aria distrutta.Aki la sente arrivare e salta fuori dalla sua cuccia per andare a salutarla

"Ciao piccolo..." gli dice lei accarezzandogli la testa con gli occhi chiusi

"Stanca?" chiedo io

"Si, oggi al lavoro ci sono stati tremila problemi con un pastore tedesco che hanno trovato ieri. Non puo immaginare quanto sia scatenato, è impossibile da gestire! Tu, come è andata oggi?"

"Niente male, non c'è stato molto movimento così ho avuto un po' di tempo per studiare..." è palese quale sia l' argomento che voglio evitare e ovviamente lei lo capisce. Non che non voglia parlarne con Chris, solo che non saprei neanche che cosa dirle, isomma, io non lo conosco neanche questo Tom! è un cliente della biblioteca/libreria, come gli altri, non ha niente di speciale...

"Bhè, qualcosa è successo..." Mi gurda con un espressione che vorrebbe essere maliziosa, ma che a causa della stanchezza risulta solo ridicola

"Si, ho saputo il vero nome di quello che fino a ieri chiamavamo extra large, oooh, che emozione!" dico ironica

"Quando me l' hai raccontato al telefono sembravi così entusiasta..." replica lei

"Si, certo..." Uffa! Non potremmo parlare di altro... Ok, forse ero un po' entusiasta quando gliel' ho detto prima (forse!), ma è solo perchè era una notizia fresca,qualcosa che non si sarebbe aspettata di sentire, ora è storia vecchia...

"Basta parlarne, dai! Argomento archiviato, ok?"

"No, voglio sapere i dettagli..."

"Poi chiudiamo definitivamente il discorso?"

"Si, promesso" Le racconto cos' è successo per filo e per segno, tanto per farla felice, anche se non mi va un granche di parlarne; non so perchè ma l' argomento extra large, cioè Tom, mi mette un po' a disagio

"Quindi-

"No! Avevi detto argomento chiuso, basta!"

"Ok... Tu hai già cenato?" Il venerdì Chris lavora solo il pomeriggio, ma finisce piuttosto tardi, per le dieci, quindi di solito io mangio prima che lei torni.

"Si, il tuo panino è in cucina, già pronto" Si alza e va a prenderlo

"Dove faremo dormire Mary e Anmary quando verranno?" Ineffetti non ci avevo proprio pensato...

"Non saprei, vedremo..."

Quando avevamo 15/16 anni organizzavamo sempre pigiama party, a casa dell' una o dell' altra, quindi eravamo abbituate a dormire tutte insieme. Ricordo che Mary era sempre la prima ad addormentarsi, io facevo giusto un riposino mentre guardavamo il film di turno, Chris e Anmary invecie resistevano più o meno fino alle sette di mattina quando, sfinite, ci addormentavamo tutte guardando il sole nascente.

"Potremmo unire i nostri letti e dormire tutte lì..." dico

"Bhè, si... potremmo..."

"Fatta?"

"Fatta!"



Io e Chris siamo nella nostra camera. La stiamo osservando da qualche secondo, ferme immobili e in silenzio. L' idea di unire i nostri letti non è così male, il problema è il numero infinito di vestiti che sono sparsi ovunque: sul pavimento, sui comodini, tra le lenzuola, tutto è ricoperto da un tappeto di stoffe di tutti i tipi. Non mi ero mai fermata ad osservare la nostra camera, ma com' è possibile che io non abbia mai notato tutto questo casino!

"Credo che..."dico per poi venire interrotta dalla mia compagna di disordine

"Si..." concorda lei intuendo quello che volevo dirle prima

"Decisamente..." concludo. Il nostro accordo silenzioso prevede che sistemeremo tutto prima dell' arrivo delle altre. Le ragazze sono abbituate al nostro ddisordine, ma nessuna di noi due vuole accoglierle in un porcile.

Vado alla porta dello stanzino adibito ad armadio e lo trovo semi vuoto (Non mi sorprende, i nostri vestiti sono tutti sparsi in giro!).

"Iniziamo adesso?" chiede Chris sottointendendo il fatto che preferirebbe rimandare

"O adesso o mai più!" dico io iniziando a raccogliere dei vestiti a caso e dividendoli in due mucchi, i suoi e i miei. Avevamo una rigida politica riguardo all' armadio: la parete di destra era sua, quella di sinistra mia, quella di fronte alla porta, dove c'era lo specchio, di entrambe ed era adibita alle scarpe, mentre la parete della porta era ricoperta di gancetti pieni di collane, bracciali e anelli di ogni tipo. Ogniuna di noi poteva prenderte in prestito le cose dell' altra a patto che, ovviamente, le chedesse e non le rovinasse irrimmediabilmente.

Entro nell' armadio con i due mucchi e inizio a sistemarli sugli omini delle rispettive pareti mentre Chris è sdraiata sul letto; non la disturbo perchè so che è stanca e ha bisogno di un momento per convincersi a iniziare il lavoro. Quando ho quasi finito il primo mucchio sento della musica provenire dallo stereo in camera: è Forever Yang di Jay-Z e Mr. Hudson. Questo è uno dei miei vecchi CD, risale a circa cinque anni fa. La musica è una bell' idea, aiuta a serntire meno la stanchezza. Torno in camera e vedo Chris che raccoglie vestiti, si gira verso di me e sorride. Canticchiando continuiamo il processo di smistamento e iniziamo anche una sorta di catalogazione dei vestiti in tre categorie: bellissimi, accettabili, da buttare.

"Hai notato che il mucchio dei "da buttare" è immenso?" mi dice Chris ad un certo punto. Mi giro è guardo i nostri tre mucchi: nei "bellissimi" facevano mostra di sè un paio di miei pantaloni, due magliette e un vestitino; gli "accetabili" erano raccolti in un mucchio alto quanto il letto mentre i "da buttare" erano ovunque, buttati a caso sul pavimento ed erano davvero molti.

"Forse dovremmo andare a fare shopping"

"Certo, con tutti i soldi invisibili che abbiamo non sarà un problema spenderne un po'..."

"Giusto... Bhè, andiamo comunque. Guardare non costa niente..."

"Domani?"

"Si!" Shopping. Una parola che mi mette sempre allegria. Rinvigorite da nuovo entusiasmo finiamo il lavoro di sistemazione mettendo via i mucchi "bellissimi" e "accettabili" sugli omini e lasciando i "da buttare" in un angolo della stanza/armadio.

Appoggio l' ultimo vestito sulla parete di Chris, è una maglietta nera semplice, sempre utile

"Sono sfinita!"

"A chi lo dici!" sussurra Chris sdraiata sul suo letto. Chiudo gli occhi

"Allora, a domani..."

"A domani..."

Sono così stanca che mi addormento subito.

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