17 agosto 2011

RACCONTO 14° parte

Cap. 14
A ognuno il suo sgabello

03 Marzo 2015-ore 02.45
Biondo, alto, figo e disponibile. Come si può dire di no, soprattuto se ti chiami Corby e sei ubriaca persa perchè ti trovi in un fantastico locale di Miami dove stai festeggiando l' inizio delle tue vacanze, che dureranno solo una settimana, ma sono comunque vacanze meritate. Forse l' ho già detto, ma ripetere le cose non fa mai male: io NON sono una ragazza da discoteca. Lo so che ci vado ogni tanto, e che quando succede mi diverto, ma mi diverto solo perchè (soprattutto grazie ai drink) riesco a dimenticarmi dove sono, chi sono e per una notte il mio cervello si spegne e mi lascio trasportare dagli altri e dalla musica (anche se definirla musica mi sembra esagerato). Comunque, tornando a noi, Antony mi ha chiesto di ballare e l' idea che forse sarebbe stato meglio rifiutare non mi ha neanche sfiorato la mente, nemmeno quando Chris, con espressione incredula, mi ha chiesto dove stessi andando con lui. Così lo seguo, mentre si fa strada tra la gente che affolla il locale, in diezione... In direzione non lo so visto che ci stiamo lasciando la pista da ballo alle spalle. Ci metto un attimo a realizzare che cosa sto facendo e che sarebbe decisamente meglio tornare indietro. Con tutta la gente che c'è qui stasera non è difficile confondersi tra gli altri e sparire. Torno da Chris che senza far domande ha capito che ho capito e decide di non parlarne subito.
"Chi era?" Chiede ignaro Tom, che ha posizionato il suo culo su uno sgabello del bar della discoteca quando siamo arrivati e non si è ancora deciso a lasciare la sua postazione. Quindi sono ad un bivio: mentire e farla finita qui, o dire la verità e impegolarmi in un discorso che non ho alcuna voglia di affrontare? Anzi, ho un' altra chance, optare per il pratico clichè del cambiare discorso
"A te cosa interessa?"

"Sono curioso ok?"
"Sono affari tuoi se sei curioso..." Ok, da quando sono così scontrosa? Bhè, non m' importa, l' unica cosa che mi interessa in questo momento è divertirmi e Tom invece mi fa irritare, lui e il suo culo incollato a quello stupido sgabello. Cos' ha d' interessante uno sgabello? Sgabello stupido! Me ne vado, non ho alcuna voglia di litigare per un sgabello, o peggio, con uno sgabello.
Mentre mi destreggio tra la folla e penso a quanto sia assurda la parola 'sgabello' vedo un ragazzo che si avvicina a me fissandomi in modo evidente.
"Hey!" Grida sorridente una volta arrivato abbastanza vicino da farsi sentire. Sorrido come per dire 'Ma cosa vuole questo sfigato?' quando mi accorgo che non è affatto uno sconosciuto, e tantomeno uno sfigato, ma è Paul, un ragazzo che avevo i
ncontrato qualche anno prima durante il secondo viaggio che io e le ragazze avevamo fatto a New York. Paul mi fa segno di seguirlo e in poco tempo ci ritroviamo nella zona esterna della discoteca
"Ehi, non ti avevo riconoscioto..." dico io un po' imbarazzata
"Immaginavo, si capiva dall' espressione..."

"Cosa ci fai a Miami?"
"Potrei farti la stessa domanda..."
"Vacanza, tu?"
"Anch'io... A New York si gela... Sono venuto qui con degli amici per evitare la glaciazione; sono dentro, vuoi che te li presenti?"
"Volentieri... Anch'io non sono da sola, finalmente ho trovato degli amici in Germania" rispondo mentre rientriamo nel club e veniamo entrambi nuovamentre travolti dalla musica a tutto volume.

Cerco con lo sguard
o i ragazzi in modo da poterli presentare a Paul e in un attimo, un tuffo al cuore: quell' idiota di Tom che, in un angolo, si scambia effusioni non poco esplicite con una ragazzina iper abbronzata che al posto della gonna indossa una fascia per capelli.

Apro gli occhi con la sensazione di avere ancora la musica
alta nelle orecchie e con un mal di testa degno della sbronza della sera prima. Un po' confusa inizio a rigirarmi nel lett... "Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh"
"hsjb
ics offqbfdjka òn klvtyytw..."
"Eh?!" o_0'
"hsjbics offqbfdjka òn klvtyytw..." Un ragazzo dall' aria stanca e sorpresa mi fissa dall' altra parte del mio letto con un' espressione indescrivibile in viso, un mix tra sconcerto e inquietudine.
Mentre parla, probabilmente cercando di darmi una spiegazione nella sua lingua (Danese?), le immagine della sera precedente mi tornano in mente una dopo l' altra, anche se non in ordine cronologico, e capisco a grandi linee ciò che è successo.

"Ok ok
ok, fermati. Io no capire te!"
"Da..."

"Ora è meglio se... Te ne vai..." Cerco di gesticolare in modo da farmi capire meglio
"Da." Il danese si alza dal letto e 'Ommioddio! è nudo!'. Non che non abbia capito ciò che è successo, ma... Diciamo che i miei ricordi non sono così... Vividi.
.. Mi giro imbarazzata mentre lui raccoglie i suoi vestiti e li indossa "Where... Exit?" Chiede una volta indossate anche le scarpe "Oh, ti accompagno..." Mi arrotolo addosso il lenzuolo, mi alzo dal letto e gli faccio strada scendendo le scale per arrivare nell' ingresso.
Apro la porta e lui
esce salutandomi
"Goodbye..." Dico io agitando la mano in sua direzione e richiudo la porta. Girandomi noto una sagoma che mi osserva dalla porta della cucina
"Bill, che ci fai qui?" Lui continua a guardarmi con in mano una tazza fumante di caffè
"Io stavo... Facendo colazione" Alza la tazza come per darmene una prova
"Quindi hai..."

"Si"
"Levati quel sorrisino dalla faccia... E non dirlo a nessuno perfavore..."
"Bhè in realtà... Ah, lascia stare... Vuoi un caffè?"

"Volentieri, ma forse è meglio che prima mi renda quantomeno presentabile..."
Risalgo velocemente le scale e mi chiudo in camera.
Quando scendo per la colazione gentilmente offerta dalla ditta Bill&Bill trovo in cucina anche Tom e Mary
"Allora... Quando sei tornata a casa?" Chiede Mary
"Non lo so, ho pochi ricordi confusi..." Bill mi porge la tazza di caffè e inizio a
sorseggiarlo
"Bill, il tuo caffè è... Fantastico!"
"Mi offende che tu ne sia così sorpresa..." Io e Bill ci mettiamo a ridere seguiti a ruota da Mary
"Posso parlarti?" Interviene Tom prendendomi per un polso e trascinandomi fuori dalla cucina.
"Cosa vuoi?"
"Non pensavo fosse tua abbitudine andartene con il
primo sconosciuto che passa..."
"Cosa?! Bill."
"Bill non c'entra niente."

"E allora come..?"

"Lo so e basta, ok? Lo sanno tutti che te ne sei andata dal locale con un biondone palestrato e..."
"Comunque no,- lo interrompo- non è mia abbitudine! E poi parla quello che se la faceva con la lampadata"
"Questo cosa centra?"

"Cambiamo discorso perfavore?- Non è da me essere la prima cercare di mettere fine a un dibattito ma è mattina, ho avuto un risvegli
o... particolare e risento di postumi della sbornia di ieri sera- ho voglia di quindici caffè e di una giornata tra poltrona e divano, non ho intenzione di litigare per... Ragioni assurde..."
"Solo che..."
"Solo cosa?"

"Siamo amici, no?! E mi preoccupo..." ...Disarmante... Si, credo che disarmante sia la parola giusta per descrivere quello sguardo che ogni tanto, quando si fa serio e parla con sincerità, Tom ha negli occhi. Mi fra nascere un sorrfiso spontaneo...

"Grazie... Ma non ce nè bisogno, ho vent' anni e so badare a me stessa da tanto
"
"E allora io a che ti servo?" domanda in tono scherzoso

"Bhè, a pulire i bagni della biblioteca/libreria..." Ritorniamo in cucina ridendo e ci sediamo insieme a Mary e Bill sugli sgabelli che circondano la penisola mentre un assonnata Chris spunta dalla porta
"Caffè..."
L' unica parola che esce dalla sua bocca
"Buon giorno anche a te..." dico io

"Caffè"

"Dormito bene?"

"Caffè" Bill le porge una tazza fumante
"Caffè! :)" Dopo un sorso della bevanda scura è pronta ad affrontare la vita... Chris è fatta così...
"Grazie... Buon giorno a tutti e si, ho dormito bene, profondamente e a lungo... a differenza di qualcuno..." Il suo sguardo si ferma allusivo su di me e in tutta risposta io la guardo interrogativa...
"Non sembrava di qui..."
"In effetti credo fosse danese... Ma non ne sono sicura... Qundo mi sono svegliata parlava in una lingua che sembrava danese e io non capivo una parola... Dire che è stato imbarazzante è... Hey, smettetela di ridere..."

"An?" Chiede Chris smettendo di ridere
"Sono solo le due del pomeriggio, non puoi pretendere che si svegli prima delle quattro..." le risponde Mary.

Che dire... Finalmente in vacanza... .....................................................................................................
è breve, lo so... è banale, lo so... Ma perdonatemi, sono davvero in vacanza e quando mi rilasso troppo tendo ad essere poco creativa...
Buone vacanze a tutti,


Corby

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