20 ottobre 2010

Racconto 11° e 12° parte


Chris ha già fatto le sue scuse ufficiali, ma mi sento in dovere di scusrmi anch' io...

Internet nella casa nuova per ora è solo un illusione e sono talmente incasinata che nn ho proprio avuto tempo per il computer in generale quinde sia per aggiornare che per scrivere..

Cmq x farmi perdonare ho deciso di postare 2 capitoli inseme...

Buona lettura.

Baci

Corby

.............................................................................................................
Cap.11
Sogni-seconda parte

Sabato 05 febbraio- Ore 00.35
Ragiono un attimo su quello che mi ha appena chiesto il ragazzo biondo di fronte a me, ma con la mente annebbiata dall' alcool mi riesce piuttosto difficile ragionare
"Solo se poi mi offri qualcosa da bere!" grido cercando di sovrastare il rumore della musica. Il ragazzo biondo, che da quello che mi ha detto dovrebbe chiamarsi tipo Mike, Mark, Monk... Bhè, qualcosa del genere... mi accompagna fino alla pista ricolma di gente e iniziamo a ballare. Non fosse per il fatto che sono leggermente brilla, non avrei mai accettato una cosa del genere: a me non piace ballare, e non mi piacciono le discoteche, ma Giovedì scorso John ci ha invitato al suo compleanno che si tiene, appunto, adesso in questa piccola discoteca, DiscoTime dovrebbe essere il nome, ma non ne sono affatto sicura. Per non dover restare sole con i nostri 'simpaticissimi' compagni di università io e Chris abbiamo invitato Bill e Tom. A pensarci bene non so nemmeno dove siano Chris, Bill e Tom.
Smetto di ballare e muovo qualche passo per allontanarmi dalla gente cercando con lo sguardo i miei amici. Non mi accorgo che il mio compagno di danze mi riprende quasi subito trattenendomi per un braccio fino a che mi rigira con forza verso di lui. Ok, chi cazzo si crede di essere 'sto bambinetto montato?!?!
"Ascolta Monk, io-
"Mi chiamo Fred!"
"Ah, allora, ascolta Fred, io devo andare a cercare i miei amici..."
"No, io non credo che te ne andrai. Adesso tu torni a ballare con me e poi magari-
"Poi magari ti levi dai coglioni!"
Giusto! Ma chi è stato a parlare..? Monk (o Fred? va bè...) sparisce dalla mia vista e viene sostituito da una figura alta che somiglia vagamente ad un armadio. Mi avvicino alla suddetta figura per studiarla meglio
"Tom!- esclamo riconoscendolo- sai stavo pensando che assomigli ad un armadio!" dico ridendo
"Ascolta c' ero prima io qui, quindi mettiti in fila!" La voce di Monk mi arriva da lontano, non sono neanche certa che abbia parlato davvero, mentre Tom mi accompagna ad uno dei tanti divanetti bianchi dove mi siedo
"Grazie, io ti salvo la vita e tu mi paragoni ad un armadio.."
"No, intendo dire che questi vestiti extralarge ti fanno sembrare gigante! Poi tu sei già alto!" continuo a ridere mentre lui si mette comodo e porta alla bocca un bicchiere ricolmo di un interessante liquido rosino
"Posso un sorso?" chiedo allungando la mano
"No, sei già ubriaca! Ed io che ti credevo un' innocente ragazzina di vent' anni..."
"Ehi, ubriaca lo sarà qualcun' altro! Dammi quel bicchiere!" dico alzandomi in piedi per darmi una parvenza autoritaria, probabilmente non riuscendoci perchè prima di trovare stabilità barcollo un po'
"No!"
"Si!"
"NO!" Forse mi sarò dimenticata di dirglielo, ma è arrivato il momento di dimostrare a 'mr. fratello maggiore' che io, Corby Bruin, ottengo sempre quello che voglio! Sempre! Fisso quel dannato bicchiere cercando di afferrarlo, ma, non so se perchè io ho sbaglito mira o perchè il mio obbiettivo è stato spostato, lo manco inciampando sulle gambe di Tom e cadendoci sopra a pancia in giù. In sostanza mi ritrovo con le gambe per aria, il ventre sulle ginocchia del mio aguzzino e la pancia sul divanetto bianco.
"Ok, è ufficiale, sono estremamente imbarazzata!" dico non muovendomi di un centimetro. Questa frase non è del tutto vera, già il fatto che io sia riuscita a parlare ne è la dimostrazione
"Se ti alzassi forse smetteresti di essere imbarazzata!- dice Tom cercando di fingere una totale indifferenza-Oppure resta così, non mi dispiace affatto!"
"Sei un pervertito!" dico alzandomi e tirandogli uno dei miei micidiali pugni sulla spalla. Lui non si muove, non sembra lo abbia notato. Si gira ridendo "Non puoi pretendere che i tuoi pugni su di me abbiano lo stesso effetto che hanno su Chris..."
Io mi abbandono sul divanetto incrociando le braccia al petto
Tom si avvicina a me sorridente "Cosa posso fare per farti sentire meglio, piccola?" Falso!
"Primo, non chiamarmi piccola, secondo, io vorrei ancora quel coktail..."
Lui mi passa titubante il bicchiere ancora mezzo pieno e io afferro finalmento il mio tanto sospirato obbiettivo. Felice della vittoria mi gusto gongolante il primo premio.
"Dove sono Bill e Chris?" chiedo dopo il primo sorso
"Chris è andata in bagno e Bill è tornato in macchina a prendere il regalo che avete comprato al vostro amico perchè lei si è ricordata di averlo lasciato lì..."
"E quando tornano?"
"Scusa, ma io come faccio a sap-
"Ciao Corby!" Grida Chris apparendo improvvisamente di fianco a me.

"... E poi Gustav dice:' Scusate, ma devo andare in bagno...' !" Scoppiamo tutti a ridere sentendo il racconto di Bill di un viaggio assurdo che lui e suo fratello hanno fatto qualche anno fà con la loro band.
Chris: "Invece noi una volta, durante la gita di terza media, eravamo al telefono, in vivavoce, con un nostro compagno di classe che stava qualche camera più avanti e Anmary ad un certo punto dice
"Zitti tutti! Devo scoreggiare!" Diciamo in coro io e Chris. Ricominciamo a ridere incontrollati, cosa che succede quando il tuo cervello non ti assiste perchè affogato in un mare formato da un mix letale di vari coktail.
Senza sapere bene il perchè prendo in mano un pezzetto di carta strappandola dalla carta regalo che ricopriva fino a qualche ora fa uno dei regali di Jhon. Inizio a giocare con questo pezzetto di carta smettendo di ascoltare i discorsi dei miei tre amici. Noto una candela al centro del tavolino sul quale sono appoggiati i bicchieri vuoti che contenevano le nostre ultime ordinazioni e una bottiglietta d' acqua ancora piena. Avvicino alla fiamma della candela il foglio colorato e quest' ultimo prende fuoco. Sento sulle dita un calore che cresce costantemente. Sono consapevole del fatto che tra una manciata di secondi mi scotterò, ma non mi interessa. Continuo a guardare le fiamme che bruciano la carta riducendola a cenere e, quando ormai il fuoco ha inghiottito metà della piccola vittima cartacea passo il foglio a Chris avvicinandolo alla sua mano. Lei gli getta rapidamente uno sguardo per poi prenderlo e continuare il suo discorso con Bill su non so che cosa. Nel giro di qualche secondo però si accorge di cosa sta stringendo tra le dita e getta la carta infiammata a terra gridando. Anche io Bill e Tom gridiamo fino a che Chris riece ad aprire la bottiglietta d' acqua e a spegnere le fiamme.
"Tu sei completamente scema!" Dice Tom riferendosi a me.
"Se pensi che sia così scema perchè non mi hai fermato prima?!"
"Perchè... Non lo sò! Ma tu cosa volevi fare? Dare fuoco al locale?!"
"Non lo sò!" continuiamo a fissarci negli occhi rabbiosi mentre Chris e Bill raccolgono le ceneri da terra. Lo sguardo di Tom si addolcisce un po' "Forse è meglio se andiamo a casa... Sono già le quattro e mezza..." Annuisco. Forse non sò le ragioni che mi hanno spinto a bruciare un innocente foglio di carta, ma una delle ipotesi più plausibili è la noia.

La casa è silenziosa, comprensibile, mio fratello è fuori con i suoi amici. Scendo le scale con attenzione, cercando di non fare alcun rumore per non svegliare mio papà che si è da poco appisolato sul divano. Supero silenziosa la tavola da pranzo, il divano, la polt... Mio papà si alza dalla poltrona con il suo solito sguardo assente, gira la testa verso di me, ma non mi vede, non riesce, come se fosse ceco, anche se i dottori dicono che non lo è.
"Papà, io esco..." Dico sperando ancora una volta in un suo segno che mi faccia capire che ha recepito il messaggio, che gli importa qualcosa di me
"Joanne?" Delusione. Come sempre
"No papà, sono Mary..." dico tenendo la testa bassa
"Oh..." sospira lui sedendosi sulla poltrona e tornando nel suo stato di trance.
Esco finalmente da casa e mi richiudo la porta alle spalle come per chiudere dentro anche tutti i problemi.

Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte. La stanza è buia. Allungo una mano verso il comodino, ma non trovo nessun comodino. Mi siedo con le gambe icrociate e cerco a tentoni il muro sul fianco destro del mio letto, solo che il letto sembra sia diventato molto più grande. La mia mano si muove, sempre a tentoni, cercando la fine del materasso ma invece che muro trova qualcosa di più morbido, più caldo. Ci metto qualche secondo a realizzare cosa sia e qualche altro secondo per riprendermi dallo shock e iniziare ad urlare.
"Zitta! Così svegli tutto il vicinato!" Mi zittisco di colpo mentre una forte luce mi abbaglia. Mi ci vuole un attimo per abbituare gli occhi e riuscire a vedere qualcosa
"Tom, come..? Cosa..? Io...?" Un orribile dubbio si insinua nella mia testa. No. Non è possibile che io... I mie occhi scorrono veloci da una parte all' altra della stanza
"Stai calma. Dimmi qual' è l' ultima cosa che ricordi..." Prendo un respiro profondo e cerco di concentrarmi
"Di essere salita sulla tua macchina con te, Chris e Bill..." Ricordo piuttosto confuso, ma è decisamente l' ultima cosa che sono sicura di aver fatto
"Ok. Allora, tu e Chris vi siete addormentate in macchina. Vi ho portato fino a casa vostra, ma non c'è stato verso di farvi svegliare, così abbiamo deciso di portarvi qui."
"Cosa?! Come... Come vi è saltato in mente? Se siete riusciti a portarci da voi, potevate anche lasciarci a casa, farci scendere di peso dalla macchina e ti assicuro che ci saremmo svegliate..."
"Infatti ci abbiamo provato, vi siete un po' riprese e tu hai detto di cercare le chiavi nella tua borsa, ma non le abbiamo trovate, neanche nella borsa di Chris così lei ha suggerito di portarvi da noi e tu ha detto'Non sarebbe la prima volta che dormiamo a casa vostra'."
"Nego con tutta me stessa di aver detto una cosa del genere, neanche me lo ricordo..."
"Ascolta, le cose stanno così. Ora, se non ti dispiace, sono le sei di mattina e io vorrei dormire!" Si ri infila sotto il piumone e spegne la luce. Mi sdraio anch' io di nuovo, ma mi nasce spontanea una domanda
"Perchè non mi hai fatto dormire sul divano?"
"Che razza di padrone di casa sarei? Chris dorme nella camera di Bill, Bill sul divano e per me e te non c' era nessun posto oltre a camera mia."
"Avresti potuto far dormire insieme me e Chris..."
"Corby, non eri l' unica ubriaca 'sta notte, ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente... Dormi..!"
"Uffa!"
"Buona notte..." Resto un attimo in silenzio, cercando di fargli capire che non ho alcuna intenzione di addormentarmi.
Nessuna reazione dalla mia destra.
"Buona notte..." Rispondo infine. Fisso il buio davanti a me. No, non c' è proprio verso di dormire... Inizio a giocare con una ciocca di capelli e mi rigiraro nel letto una, due, tre volte.
"Tom..." lo sento mugugnare qualcosa che mi faccio sembrare un invito a continuare, anche se più probabilmente è un' imprecazione
"...Ho sognato di nuovo Mary..."
Lui si sistema meglio il cuscino e con voce impastata dal sonno sussurra un "Racconta..." che riesco appena a percepire
"Non c'è molto da raccontare questa volta. Volevo... Voleva uscire di casa e ha visto suo padre, ma lui l' ha scambiata per una certa Joanne... Credo che ci sia rimasta molto male e che non sia la prima volta che lui non le presta la minima attenzione..."
"Una volta ho sognache Mary raccontava a Sten che sua madre era morta perchè la sua nascita aveva aggravato molto la sua salute e che da quando era successo suo padre aveva iniziato a trovare sostegno nel alcool e con il tempo aveva smesso di pensare a tutti se non a sua moglie, Joanne..."
"Quindi Joanne è la madre di Mary..? Poverina, chissà come ha sofferto..." Mi nasce spontanea una risatina
"Perchè ridi?" Mi chiede Tom
"è incredibile... Parliamo di questi sogni come se fossero veri..."
"Forse lo sono..." Torno seria ascoltando le parole di Tom
"Tu vuoi sapere se lo sono?"
"Si."
"Come fai ad esserne così sicuro?"
"Perchè ci ho pensato molto. è da quando abito qui che faccio questi sogni, e mi piacerebbe davvero sapere se sono totalmente pazzo, o solo un po'..."
"Hai ragione...- Devo farlo, per Tom, ma anche per me, anche se questa cosa mi spaventa... Ok, mi terrorizza, ma lo devo fare. Le poche informazioni che mi ha dato internet non sono sufficenti.-Andiamo a prendere il diario..? Se c'è?"

Cap.12
Dal diario di Mary Robkins


Sabato 12 ottobre 1957
Caro diario,
Scusa se non ti ho scritto questo mese, ma ho avuto un sacco di compiti!
Oggi è l' anniversario della mamma, così io e James siamo andati al cimitero. Abbiamo portato i fiori. Siamo andati a comprarli questa mattina sotto consiglio di Bigitte, la nostra tata. All' inizio avevamo chiesto a papà quali erano i fiori preferiti della mamma, ma lui come al solito non parla con nessuno, parla solo da solo. James dice che fa così perchè è triste e malato, ma la mia amica Angela dice che sua mamma le ha detto che mio papà è strano, ma io non le credo. Anche se per questo a Angela è stato vietato di venire a trovarmi a casa e questa cosa è bruttissima perchè purtroppo Brigitte non mi lascia mai andare a casa delle mie amiche e Angela è la mia migliore amica del cuore! Ora possiamo vederci solo a scuola, uffa! A proposito, ieri a scuola ho preso un bel voto in matematica e per festeggiare James e Brigitte mi hanno preparato il mio piatto preferito: le lasagne!
Prometto di scrivere più spesso,
Mary

Giovedì 23 maggio 1963
Caro diario,
Oggi io e Angela abbiamo litigato. Questa volta però non è come le altre, sono proprio furiosa con lei! Ora ti spiego: questo weekend Susy l' ha invitata ad andare due giorni al mare con lei e la sua famiglia, (ovviamente senza invitare me perchè Susy mi odia! E io odio lei dopotutto...), e indovina!? Angela ha accettato senza parlarmene, anche se mi aveva già promesso che saremmo andate a fare shopping insieme! Già, e poi ha avuto anche il coraggio di cancellare il nostro appuntamento con una scusa! Mi ha detto che avrebbe dovuto aiutare sua zia ad imbiancare casa e non poteva proprio rimandare.
Io ho scoperto tutto oggi a mensa. Stavamo chiacchierando normalmente quando Jessica, ingnara del fatto che io non sapessi niente e soprattutto che non fossi stata invitata, ha datto ad Angela "Allora, quanti costumi pensi di portarti questo weekend?"
Quando ho chiesto spiegazioni alla mia amica mi ha detto che i suoi avevano già preso accordi con i genitori di Susy e non mi aveva parlato di tutta questa faccenda per non ferirmi! Altro che ferita! Questa è stata una pugnalata al cuore, un colpo mortale! Non puoi immaginare, caro diario, quanto io abbia urlato, mi ha sentita tutta Amburgo!
Sono talmente arrabbiata che quando Angela ha cercato di parlarmi all' uscita ho tirato dritto verso casa senza degnarla di uno sguardo. Non posso credere che mi abbia fatto una cosa del genere, non è da lei. Fino a qualche tempo fa, quando Susy odiava anche lei e lei odiava Susy, non avrebbe mai accettato un invito di quella strega. Ma ora Susy si è messa in testa di far colpo sul fratello di Angela e ha iniziato a riempire quest' ultima di attenzioni e Angela si è lasciata abbindolare come una sciocca. Ok, Susy è la ragazza più popolare della scuola e farebbe piacere a chiunque poter uscire con la sua compagnia, ma non a me e Angela, noi l' abbiamo sempre odiata. Ora che ho perso anche Angela che amici mi restano?
Non credo potrò mai perdonarla per questo, anche se l' idea di non poter più condividere i miei segreti con lei, andare per negozi insieme, essere sempre io e Angela contro tutti, mi spaventa...
Mary

Venerdì 24 maggio 1963
Caro diario,
oggi, come sai, Angela partiva per il mare con Susy. Dopo essere tornata da scuola e non averle rivolto la parola per tutto il giorno sono tornata a casa e ho cercato di non pensarci. Solo che qui a casa la situazione sta diventando impossibile. James torna tutte le sere ubriaco, papà è inesistente, come al solito, e Brigitte scarica su di me le sue frustrazioni. Così ho deciso di uscire per fare un giro in centro e, appena aperta la porta di casa, indovina chi ho visto... Angela. Era rimasta tutto il pomeriggio ad aspettarmi perchè, dopo la litigata di ieri aveva diciso di non partire. Sono estremamente felice di questo! Non so come descriverti l' importanza che ha per me l' amicizia di Angie. Ora devo scappare, mi sto preparando per uscire (non serve che ti dica con chi...)
Mary

Sabato 19 Luglio 1967
Caro diario,
è notte, circa l' una, ma avevo assolutamente bisogno di parlarti di una cosa-


06 Febbraio 2015-07.15
Chiudo il diario di Mary e lo sistemo sul comodino. Resto per un po' a fissarne la copertina scura, quasi a cercare di convincere me stessa che, si, Mary esiste davvero. Come posso crederci? Tutto quello che sta succedendo è al di là di qualsiasi spiegazione logica, di qualsiasi cosa possa essere considerata reale. Mary non può esistere, grida la parte del mio cervello che è ancora connessa con il mondo reale. Ma le prove sono qui, davanti ai miei occhi. Non posso ignorarle come ho fatto con il sito internet, non posso fingere che non esistano come ho fatto con i miei sogni. Non possso voltarmi dall' altra parte e scappare da questa presenza inquietante, perchè mi seguirebbe. Mary è dentro di me, non c'è confine tra lei e la mia mente, lei e i miei pensieri, lei e i miei desideri. Credo di stare sudando freddo, ma è come se avessi perso il contatto con il mio corpo, ci siamo solo la mia mente e la prova palese dell' esistenza di Mary. Di tutto quello che ho letto non ho capito molto, ero troppo impegnata ad osservare la calligrafia della persona che, forse seduta sulla scrivania sulla quale sono seduta anch' io ora, scriveva quelle pagine. Dovrei rileggere il tutto per capire bene la storia di Mary. Riprendo in mano il diario, ma questo mi viene strappato via
"Basta." dice Tom con un espressione seria che non ho mai visto prima in lui.
"Dammelo! Voglio rileggerlo!"
"Corby, basta! Sei seduta qui da ore, hai bisogno di dormire, e ne ho bisogno anch' io..."
"Devo dirlo a Chris" Mi alzo velocemente, attraverso a grandi passi la stanza e apro la porta sulla soglia della quale vengo però fermata dalla stretta forte di Tom.
"Corby!"
"..." abbasso lo sguardo
"Ehi, guardami..."
Incontro nuovamente i suoi occhi. Siamo fermi sulla soglia della porta, io indosso una maglia di Tom, mentre lui ha solo un paio di pantaloni della tuta, mi ritrovo a pensare che, vista da fuori, per chi non conosce i fatti, deve sembrare una situazione ridicola
"Scusa..."
"Per cosa?"
"Perchè non so come comportarmi..."
"Corby, non lo so neanche io..."
Restiamo fermi, come i due perfetti idioti che siamo. Fermi a guardarci per capire che è impossibile capire, che non è il momento, non ora.
Un turbinio di emozioni indefinibili mi squotono e mi stringono il cuore in una morsa d' acciaio. Abbraccio Tom e scoppio a piangere. Perchè? Non lo so.
Restiamo abbracciati per un po', io a piangere e lui a tentare di consolarmi, senza riuscirci. Tra le braccia di Tom mi sento al sicuro, protetta dal resto del mondo, lontana dai problemi.
"E tu, come ti senti?" chiedo dopo qualche minuto
"Io?"
"Si, tu. Anche tu sei... Coinvolto..."
"Ah. Bhè, non so cosa pensare... Non mi interessa."
"Come può non interessarti? Sogni una persona morta cinquant' anni fa, ricordi quello che ha fatto come se lo vivessi in prima persona, e non ti interessa?!"
Tom è come circondato da un muro, un muro che gli permette di celare le sue fragilità agli occhi degli altri, ma sono decisa a distruggerlo, voglio oltrepassare quel maledetto muro!
"Mettiamo che, forse,io...-si lascia sfuggire un sospiro-io... io non... non sò..."
Se devo essere io a fare il primo passo...
"Io ho paura di tutta questa cosa, mi terrorizza!"
"Forse anche io..." Ok, per oggi mi basta aver aperto una breccia nel muro...

Nessun commento:

Posta un commento