22 luglio 2010

PENSIERI ALL' ALBA-prima parte


Questa mattina mi sono svegliata presto, sono le 5.45, un' ora insolita per me. Normalmente svegliarmi così presto l' avrei considerato un insulto al concetto stesso di vacanza, ma oggi non mi sento di definire così il mio comportamento insolito.

Ho voglia di uscire. Mi lavo velocemente il viso, raccolgo i capelli in una coda alta e infilo un paio di jeans strappati sotto la camicia XL che uso per dormire.

Non ho voglia di truccarmi e neanche di perdere tempo a vestirmi decentemente, tanto chi vuoi che mi veda alle sei del mattino?!

Appena apro la porta sono investita da un freddo venticello mattutino al quale reagisco stringendomi ancora di più nella mia camiciona a scacchi; infilo i vecchi stivali da orto di mia nonna, che lascia sempre fuori, me li faccio andare bene anche se sono un po' grandi (non ho intenzione di tornare in casa a prendere le mie scarpe..!) e mi convinco ad affrontare l' arietta fresca tipica delle mattine in montagna.

Percorro la strada dietro alla casa a piccoli passi e mi guardo intorno: la casa di una mia amica, quand' ero piccola la chiamavo "la mia migliore amica della montagna", lei vive qui e onestamente non so come faccia, io non riuscirei mai a vivere in un piccolo paese; passata la casa vedeo l' orto di mia nonna, è estate quindi è verde e rigoglioso, come sempre, e questo mi dà come un senso di stabilità, di sicurezza, mi dà la certezza che nella vita ci sono sempre cose che vanno ma poi tornano in un continuo flusso e in tempi stabiliti; proprio di fronte all' orto ci sono degli edifici nuovi, appartamenti costruiti nel '98 (bhè, non proprio nuovi). Per qunto mi sforzi non riesco neanche a ricordare come fosse questo posto prima; proseguo per la mia strada e mi trovo davanti al tabià della nonna della "mia migliore amica della montagna". Qui io e lei abbiamo passato giornate indimenticabili!

Mi fermo un attimo ad osservare la scale in pietra che costeggia la casetta di legno e dove ho passato i più bei pomeriggi della mia infanzia. Quanti ricordi sono legati a questo posto? Centinaia, migliaia, forse di più; la maggior parte dei ricordi che ho di quand' ero una bambina hanno come scenario questa vecchia casa di legno e pietra.

Aspetta! Prima di seguire il flusso dei miei pensieri, che questa mattina ha deciso di farmi rivivere il pssato, voglio arrivare alla mia meta. Supero l' ultoma casa e la strada d' asfalto viene sostituita dalla terra dalla quale spunta qualche ciuffo d' erba; percorro ancora qualche metro e mi siedo ai piedi della grande montagna che fin da pambina ho imparato ad amare e a temere.

Ora posso abbandonarmi ai ricordi...

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