13 aprile 2012

Viaggi

Corby
Ho detto a Chris, ho promesso a Chris, che avrei parlato del mio viaggio a Londra. 
Ma non lo farò ora, prima o poi si, ma non ora...
Ora voglio parlare di un altro viaggio che non mi ha portata lontano da casa, ma che mi ha fatto pensare a cose che  mi hanno paradossalmente avvicinata ad un altro aspetto della vita.
Ieri un ragazzo di Diciannove anni, amato da famiglia e amici, si è buttato da un ponte.
Quando bisogna raccontare una cosa del genere la gente di solito usa frasi come "si è tolto la vita", "se n'è andato" o peggio "ha compiuto il gesto estremo". Ma ultimamente mi sono resa conto che non bisogna avere paura delle parole, bisogna usare quelle giuste, anche se fanno paura, anche se sembrano troppo grandi per riuscire a uscirci di bocca, anche se sembrano troppo pesanti per sopportarle. 
Ieri un ragazzo di soli Diciannove anni si è Suicidato.
Questo ragazzo era il fratello di un mio ex compagno di classe, non direi un amico, ma per quel poco che l' ho conosciuto un gran bravo ragazzo.
La prima persona a cui ho pensato quando ieri ci è stata data in classe la notizia è stato quel mio amico, che non vedo mai se non le poche volte che ci salutiamo nei i corridoi della scuola. Come si può superare un dolore così? Semplice, non credo si possa, si può solo sperare che un giorno diventerà più facile conviverci, perchè un avvenimento del genere sconvolge la vita di quelli che restano in una maniera tormentata, assoluta e inspiegabile. Oggi, al funerale di quel ragazzo di Diciannove anni, il dolore era nell'aria, tangibile e trasparente come lo è l' acqua, limpido e distruttivo.
Poi ho pensato a cosa la vita possa aver fatto ad una persona per portarla a compiere un gesto così... così... Definitivo.
Assoluto e senza la possibilità di ripensamenti, senza ritorno.
Ho sempre pensato che suicidarsi fosse facile, una cosa da codardi. Ma lo è?
Non lo so più.
Ammazzarsi volontariamente, lucidamente richiede non solo coraggio, ma anche la forza di andar contro al più antico e radicato istinto dell' uomo, l' istinto di sopravvivenza.
Pensavo fosse un gesto egoista. Come puoi procurare tanto dolore alle persone che ti amano? Ma poi mi sono detta che nessuno si butta da un ponte da un giorno all'altro, senza motivo e senza dare segni. Forse gli egoisti sono quelli che si sono accorti che c'era qualcosa che non andava e non gli sono stati vicini.
Forse non c'è qualcuno che ha una colpa, forse il suicidio è una via di mezzo tra il lasciare che la vita ti scivoli addosso e il prenderne in mano le redini.
Ma più probabilmente è inspiegabile, l' unica cosa sicura è che si lascia dietro tanto dolore, tante lacrime e tante domande.
Ieri un ragazzo di Diciannove anni si è Suicidato.
Perchè?

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